Le più recenti Norme Tecniche per il calcolo strutturale dei fabbricati sono state pubblicate nel febbraio del 2018 sulla Gazzetta Ufficiale, diventando operative dal 22 marzo. Questo Regolamento va a sostituire quello precedente del 2008.
Le nuove disposizioni sui calcoli strutturali sono costituite da due parti: una prima rappresentata dal Decreto vero e proprio (a sua volta formato da tre articoli e un allegato di 12 capitoli) e una seconda che è la Circolare esplicativa che vuole essere un valido supporto per la corretta applicazione delle norme principali.
Il nodo centrale affrontato da questa recente normativa è la regolamentazione dell’utilizzo dei diversi tipi di materiali per costruzione, i principi per la realizzazione del progetto, l’esecuzione e il collaudo delle strutture e, in generale, gli aspetti di sicurezza, anche in caso di incendio e attività sismica.
Nello specifico, vengono indicati gli spessori minimi dei setti dei blocchi forati come controllo dei meccanismi di rottura e viene limitato l’utilizzo dei giunti di malta sottili e dei giunti verticali a secco solo per le strutture che hanno un numero di piani fuori terra limitato e con un’altezza massima di ogni piano di 3,5 metri.
Sono state apportate, poi, delle modifiche in alcune formule per aumentare l’aderenza agli Eurocodici. Una sezione è dedicata appositamente alla ristrutturazione degli edifici per l’adeguamento alle norme antisismiche, sia se si tratti di immobili storici, sia per gli edifici scolastici.
Un capitolo tratta anche le azioni dei diversi agenti atmosferici sugli edifici, come la neve, il vento e l’azione della temperatura. Anche per quanto riguarda i muri in laterizio, la nuova normativa fa delle precisazioni. Vengono definite le caratteristiche del blocco in termini di volumi massimi degli eventuali “vuoti” e indicate le resistenze caratteristiche alla rottura sia nella direzione portante, sia in quella perpendicolare a quella portante.
Dopo la descrizione dei blocchi, la nuova normativa definisce come debba avvenire la loro posa. Così come le precedenti leggi del 2008, le nuove normative non vogliono considerare gli edifici come delle singole “parti costituenti”, ma nel loro complesso e ribadiscono l’obbligatorietà del controllo sismico strutturale su tutto il territorio nazionale.
Naturalmente, è stata definita anche una fase transitoria di non applicabilità della nuova regolamentazione. Sono infatti escluse dall’pplicazione della revisione del 2018, per cui restano valide le norme del 2008 tutti i progetti già affidati e i contratti già firmati, le opere pubbliche che verranno ultimate entro cinque anni e tutti gli edifici privati per cui era già stato depositato il progetto. Per maggiori info https://calcolistrutturali.org/